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DO-NUTS
episodio n.3
Intervista a Laura Lonighi, Web Designer

3 Ottobre 2019Vita da freelance, WordPress

Evviva, è arrivato il momento del terzo episodio di DO-NUTS, il podcast con il web intorno.

Ogni puntata di DO-NUTS è speciale ma quella di oggi è davvero originale perché questo podcast non sarebbe stato completo se non avessi intervistato anche una mia collega.
Nell’episodio di oggi chiacchiero con Laura Lonighi, web designer e brand designer. Alla faccia delle concorrenti!

Laura realizza siti web e si occupa di creare tutto ciò che concerne l’identità di marca di un’attività. Ha fondato una digital boutique, che si chiama Yunikon Design. E se non sai cosa sia una digital boutique ascolta subito l’episodio!

Con Laura parliamo di team che lavorano da remoto, di budget e di competenze. Ma anche di restauro, di ironia e di siti vetrina [spoiler: non chiedetele di crearvene uno!].

Insomma, se vuoi capire cosa serve per creare il tuo sito dei sogni e cosa si raccontano due web designer quando si incontrano clicca su play e fai partire l’episodio:

Trascrizione Episodio 3

Ciao, benvenuta a Do-Nuts, il podcast con il web intorno.
Io sono Ljuba, sono una web designer freelance e creo siti internet per business woman di carattere.
Amo le donne che fanno squadra e credono fortissimo nei propri sogni.
Come me.
Do-Nuts ti farà andare fuori di testa, ti sorprenderà, ti guiderà, ti parlerà di una presenza online chiara, onesta, emozionante.
Do-Nuts ospita professioniste pazzesche che hanno qualcosa in comune con il web.
Dalla SEO al copywriting, dalla traduzione alla programmazione, dalla fotografia alla grafica, un podcast spiegato semplice per chi sogna una comunicazione che spacca.
In questa puntata conoscerai Laura Lonighi.

Ljuba: Ciao Laura e grazie per aver accettato di partecipare al mio podcast.

Laura: Ciao Ljuba e ciao a tutti quelli che sono in ascolto.

Ljuba: Ogni puntata di Do-Nuts è speciale ma quella di oggi io la definirei davvero originale perché questo podcast sul team di lavoro ideale per creare un sito che funziona non sarebbe stato completo se non avessi intervistato anche una mia collega. Ebbene sì, Laura è come me una web designer. Quindi in questa puntata ce la raccontiamo tra colleghe. Alla faccia delle concorrenti.
A questo punto ho già svelato di cosa ti occupi ma vorrei comunque sentirlo raccontare da te.
Laura chi sei e cosa fai nella vita?

Laura: Sono un web designer e una brand designer. Realizzo siti web e mi occupo di creare tutto quello che concerne l’identità di marca di un’attività. Il mio brand si chiama Yunikon Design, un nome facile facile da ricordare…
Ho iniziato il mio percorso in una web agency un po’ come tanti, quasi 10 anni fa ormai, ridendo e scherzando. E sempre, già subito come freelance. Lì ho imparato praticamente un lavoro e successivamente mi ha permesso di capire cosa volevo fare e dove volevo andare che non è una cosa così scontata.
Qualche anno dopo ho lasciato l’agenzia perché ormai mi ero fatta un nome, diciamo così, on-line e il mio lavoro arrivava soprattutto da lì.
Poi all’inizio di quest’anno, molto molto in sordina, come mi contraddistinguo sempre così, ho lanciato il rebranding della mia attività perché avevo bisogno di due cose: uno di far sapere che ormai il mio marchio, nel mio marchio, cioè nella mia attività non c’ero solo io e poi perché avevo anche desiderio di riposizionare il brand, quindi Yunikon Design.
Definisco Yunikon Design una digital boutique, che è un termine che ci tengo sempre a specificare che non mi sono inventata, Cioè, non mi sono inventata nulla. Molto bello da sentire ma non è un mio termine.

Ljuba: Raccontacelo…

Laura: Allora una digital boutique è un’agenzia digitale però molto più piccola rispetto a una web agency sia in termini proprio di dimensioni sia in termine di persone che ci lavorano, sia soprattutto in termini di costi: sia dei vari soci ma anche poi dei clienti no? Perché ovviamente non hai l’organico da pagare come se fosse proprio una web agency.
Di solito una digital boutique lavora con un numero limitato di clienti e spesso, ma non è indispensabile, in un settore specifico. C’è una sede fisica, che nel mio caso è casa mia, però tutti i vari collaboratori lavorano in remoto. Fai conto che nella mia digital boutique siamo tutti freelance e alcuni di loro, io addirittura alcuni dei miei collaboratori non li ho mai incontrati dal vivo. Spero prima o poi che ci sia l’occasione perché sono passati anche anni ormai.

Ljuba: Naturalmente. Però è vero che anche da remoto si può lavorare benissimo. Infatti, il bello del nostro mestiere è poter lavorare con persone in tutto il mondo.

Laura: Anzi, ti dirò che io a volte credo di aver lavorato meglio in remoto che vis-à-vis con alcuni, sinceramente.

Ljuba: Per me tutto chiaro, per fortuna, ma ora prova a spiegare il tuo lavoro come se lo stessi raccontando a tua mamma o persino a tua nonna.

Laura: Ci provo. Allora, quando un cliente viene da me la prima cosa che gli chiedo sono tre cose:

  • raccontarmi il suo progetto, perché mi piace vedere quando gli brillano gli occhi
  • quali sono i suoi obiettivi
  • e il suo budget

100 volte su 100 volte, anzi 10 volte su 10 il budget non me lo dice mai.
O perché non me lo vuole dire o perché proprio non hai idea di quanto possa costare.

Ljuba: Tocchi un argomento complicato quando parli di soldi con i clienti…

Laura: Non glielo chiedo perché voglio stare alta con il prezzo, anzi.

Ljuba: Eh, lo so.

Laura: con tutte queste risposte posso procedere nel dare vita a quello che io chiamo un liquido di lavoro in cui ogni persona è specializzata in ciò che sa fare meglio. Quindi ci sono copywriter, graphic designer, fotografi… però ci sono anche sviluppatori, Seo Specialist, oppure AdWords Expert. Tutti collaboriamo insieme per dare al cliente il sito dei suoi sogni e lo facciamo, io penso, bene perché ognuno ha sceltoper lavorare nella sua specifica area di competenza.

Ljuba: Perfetto, la spiegazione è meravigliosa. Sei sicura che mamma e nonna la capirebbero?

Laura: Non lo so.

Ljuba: Perché hai usato un sacco di paroloni. Allora, la mia mamma e la mia nonna non la capirebbero, sono sincera.

Laura: no, probabilmente nemmeno i miei.

Ljuba: No, io a loro dico “faccio siti internet”.

Laura: Ah beh, ancora più semplice semplice, allora anch’io: faccio siti internet. Basta.

Ljuba: Esatto. Quando devo spiegare a loro cosa faccio, proprio semplificando al massimo, faccio siti internet. Da lì in avanti diventa tutto un pochino più complesso anche spiegare che magari lavori con altri collaboratori. Però, son sincera, per loro già il fatto che esistano persone che scrivono testi per conto terzi, il fotografo… eh il fotografo forse è la figura più comprensibile però non parliamo di palette colori o cose del genere. Quindi proprio per raccontarlo semplice.

Laura: Allora per raccontarlo semplice ti dico: faccio siti internet!

Ljuba: Ok, così lo capiscono sicuramente.

Laura: A posto.

Ljuba: Come abbiamo detto io e te siamo colleghe. Capita anche a te Laura di venir contattata da clienti che vogliono un sito web e pensano che tu possa fare tutto e che non servono altre figure professionali? Anche tu ti trovi a dover spiegare che per un progetto completo sono necessari anche una copy, una consulente SEO… Insomma. altre professioniste?

Laura: Sì, diciamo che dipende, però, perché tutto dipende – per fortuna o sfortuna – dal budget del cliente, ed è per quello che io lo chiedo all’inizio.
La fase preliminare che precede l’inizio del lavoro vero e proprio, come dire, mi vede soprattutto a educare, diciamo così, anche se proprio non è un termine che mi piace molto perché mi eleva in una posizione che non sento di avere…

Ljuba: Ma usiamolo pure perché secondo me ha un suo significato che ci sta.

Laura: Eh, purtroppo ancora ce l’ha. Educare il cliente che purtroppo, almeno qua in Italia, è molto a digiuno sui temi del digitale. Quindi ho spesso spiego che non mi occupo di tutto perché è impossibile fare tutto fatto bene. E chi lo fa io dico sempre che si improvvisa. Perché, cioè, è tangibilmente impossibile fare tutto bene.

Ljuba: Diffidare da chi fa dalle foto al sito alla Seo e al logo…

Laura: Esatto, anche qua potremmo aprire un capitolo e raccontarcela fino a stanotte… quindi insomma occorrono, io sono dell’idea che occorrano specifiche professionalità. A volte il budget non c’è e quindi cerchiamo di capire insieme al cliente cos’è per lui indispensabile per partire. Può capitare anche che proprio non si parta. Anzi, spesso e volentieri. Io poi sono estremamente trasparente e dico sempre cercate, cioè chiedete più preventivi. Non fidatevi solo al primo preventivo perché è sbagliato. Anche perché spesso i prezzi cambiano molto, ma anche proprio in base alle esigenze dei freelance. Se tu becchi un freelance che è pieno di lavoro è abbastanza ovvio che ti chieda più soldi se tu hai bisogno urgentemente di sito o di un servizio.
Quindi insomma, sondate bene. Anche perché poi comunque io dico sempre che è necessario trovare qualcuno con cui si lavora bene. Se tu senti già di pancia…

Ljuba: Esatto, secondo me è proprio questo, il feeling. Il feeling fa tanto prima ancora del preventivo. Il budget è fondamentale, non possiamo prenderci in giro. Però al di là dei 100 euro più 100 euro meno, io dico sempre devi sentire che con quella persona ci vuoi davvero lavorare. Se con me non nasce il feeling piuttosto cercati qualcun altro che ti faccia il sito.

Laura: Quindi poi se invece il budget c’è ovviamente siamo tutti più contenti perché sappiamo che il risultato finale sarà sicuramente una bomba. Comunque in linea di massima dopo il rebranding, di gennaio, della mia attività io cerco di fuggire da quelli che mi chiedono il sito vetrina perché ho dato… per siti vetrina io ne ho già fatti abbastanza. Basta. Basta!

Ljuba: Laura dicci che cos’è un sito vetrina perché secondo me un po’ come l’unicorno, è questo essere mitologico.

Laura: È il nulla cosmico. Un po’ come quelli che ti chiedono “devo essere su Facebook”. Sì ok, contenuti? Foto? Eccetera… Il grande nulla. Il grande mah! Cioè, secondo me su tante professionalità poi i problemi sono comuni, almeno a noi nel digitale io vedo che tanti fanno molta fatica proprio perché torniamo sempre al discorso iniziale: c’è ancora tanto lavoro da fare in educare il cliente al digitale. Cioè, già solo fargli capire proprio che esistono diverse professionalità… ma già solo nel web designer: io mi, io dico che sono una web designer per farla semplice. Ma nel web design in realtà c’è chi fa sviluppo, c’è il web developer, il frontend developere, c’è quello che disegna solo, cioè, io per farla facile dico sono web designer, basta, sennò non ne veniamo più fuori.

Ljuba: Certo, a proposito del discorso del sito vetrina che secondo me è interessante perché poi proprio come dicevamo prima in ottica di, tra virgolette, educare, anche a me capita spessissimo che le persone mi chiedono “io voglio un sito semplice”… che poi il termine semplice secondo me va un po’ a braccetto con economico, ma non è così perché il sito più semplice del mondo è il sito più ben studiato del mondo. Quindi non è per forza il più economico. Ma a parte questo, quando mi parlano di sito vetrina faccio un attimo uno step successivo e dico “Ok, lasciamo perdere il discorso sito vetrina, che magari non hanno ben chiaro cosa significhi, perché io non ce l’ho ben chiaro, cosa significa?”. A quel punto glielo chiedo, dico proprio “Ok però mi spieghi i tuoi obiettivi? Che cosa vuoi raggiungere con la creazione del sito? Perché vuoi un sito?”. Perché non tutti devono avere per forza sul sito, non è perché siamo alle soglie del 2020 il sito sia obbligatorio per qualunque professionista, per qualunque persona si svegli una mattina e voglia aprire un’attività. Quindi prima capiamo per quali motivi vuoi un sito e quali sono i tuoi obiettivi e quali obiettivi vuoi raggiungere, poi non mi interessa più se lo vogliamo chiamare sito vetrina, sito ciliegia… Chiamiamolo come vuoi… purché abbiamo ben chiari gli obiettivi perché magari a volte penso che per tante persone il sito vetrina sia il sito “non e-commerce”, cioè un sito con cui proporsi, proporre la propria professionalità e i propri servizi senza l’e-commerce lo definiscono vetrina. Per me, ripeto, non so per te, questo vetrina non significa molto. Perché poi potrebbe essere confuso persino il sito portfolio, chi lo sa…

Laura: Secondo me, io per come intendo sito vetrina è proprio quel sito che è messo lì online e abbandonato. Cioè, non hai chiaro l’obiettivo. Poi…

Ljuba: Ecco, allora non deve esistere. Se è questo il sito vetrina nella testa del cliente allora è, proprio come dicevi prima, è un progetto che per quanto mi riguarda non partirà neanche, perché io nella call preliminare al preventivo spremo sempre la persona proprio nel chiedergli qual è il tuo target, quali sono i suoi obiettivi, che obiettivi si dà entro l’anno, entro i 5 anni… se non ci sono queste idee vuol dire che non è il momento giusto di creare sito o magari che proprio non c’è bisogno di creare un sito in quel momento e chissà se servirà in futuro. Quindi sì, secondo me questa è una fase proprio importante che dobbiamo… che facciamo noi perché come ti dicevo e come ti chiedevo nella domanda che ti ho fatto, credo che siamo un po’ – in quanto web designer – delle professioniste di riferimento. Le persone contattano noi e sono convinte che noi facciamo tutto. Ho bisogno di un sito, punto. E tu mi fai il sito. Quando poi gli dici “Sì però ti servirebbe anche le foto, il logo, la visual identity, un copy, se lo vuoi anche in inglese ti conviene un traduttore perché tradurre da soli non è proprio il massimo…” insomma tutte queste cose… rimangono un po’ allibite e poi lì appunto si inizia a scremare. Si capisce se c’è budget e le vuoi davvero tutte quelle cose devi avercelo il budget perché altrimenti non vai da nessuna parte. Se vuoi un sito in tre lingue un po’ di budget lo devi pur avere, no? Se invece, come dicevi tu ,non c’è budget, è vero che si può provare a capire fino a dove si può arrivare e l’ho fatto anch’io, lo faccio tutt’ora a volte di fare siti dove non c’è un team numeroso. Tendenzialmente il fotografo è sempre presente perché difficilmente un cliente rinuncia ad avere delle belle foto sul sito. Il graphic designer anche perché il logo ne comprendono l’importanza. Per quanto riguarda SEO, copy, aspetti legali, quindi un avvocato, eccetera eccetera… Magari quelli passano un po’ in cavalleria. Io a volte sono la prima che dico: sono partita con un sito con un logo fatto da me con un payoff terribile inventato da me e l’ho tenuto così per tre anni e comunque ha funzionato, la mia attività è cresciuta e poi ho fatto rifare logo, payoff a BalenaLab, il logo a Barbara Facchin, insomma ho poi delegato a tutta una serie di professionisti tanti aspetti quando ho fatto il restyling del mio sito. Quindi con questo postcast io non voglio dire che necessariamente se vuoi un sito devi avere un budget stellare e farti il team di 10 persone per forza. Dipende proprio dagli obiettivi che ti vuoi dare.
Perché se vuoi un sito di un certo tipo, magari sì, ti serve quel team.
Se vuoi… se arrivi da me, mi chiedi certe cose e mi dici i miei obiettivi sono di un determinato tipo allora il team ti serve. Per budget più ridotti cerchiamo di capire cosa si può fare.

Laura: Esatto, consapevolezza.

Ljuba: Esatto! Bravissima. Cercare di spiegare al cliente con consapevolezza E soprattutto che non rimanga spiazzato nel momento in cui magari, a me questo capita di spiegarlo praticamente ad ogni incontro preliminare all’avvio lavori, che se non vogliono fare la SEO in prima battuta perché la SEO è un investimento grosso per me va anche bene. Lo sconsiglio ma va bene. Però se poi dopo un anno o due decideranno di fare la SEO equivale un po’ a ristrutturare casa quindi che non si aspettino che la SEO sia un lavoretto piccolo che non vada a incidere sulla struttura di tutto il sito. Anzi, è un po’ come ristrutturare casa mentre ci vivi dentro. Quindi si troveranno a spaccare i muri, rompere le piastrelle e rifare gli impianti del loro sito mentre il sito è già vivo, attivo e avviato. Quindi che questo, glielo spiego sempre, perché secondo me è una cosa che devono avere molto molto chiara. Quindi l’importanza del team se possibile fin dall’inizio. Quando non è possibile, ci mancherebbe altro, ripeto, non è che sempre si debba partire con team numerosissimi… però insomma i risultati sono diversi secondo me. Sei d’accordo?

Laura: Sì sì, decisamente. Alla grande proprio.

Ljuba: Tra l’altro immagino visto appunto che hai parlato proprio di digital boutique e quindi della tua modalità di lavoro che ti capiti spessissimo o quasi sempre ormai di lavorare in team. Anzi forse non lavori quasi più da sola… Secondo te questa collaborazione porta davvero a dei risultati migliori rispetto a quando lavoravi da sola sui progetti dei tuoi clienti?

Laura: Sì, senza ombra di dubbio. Perché il risultato è diverso, banalmente, e poi io penso… cioè io ho scoperto anche che mi piace lavorare in team. Forse perché adesso il team me lo scelgo però è una grandissima anche occasione per scoprire, imparare cose nuove anche del mio lavoro perché magari c’è quella cosa di Seo io non la conoscevo e invece poi scopro servirmi per il mio lavoro, per esempio.
Quindi secondo me assolutamente sì.

Ljuba: Vero, questa… dal team impariamo tutti tanto. Quindi il team si arricchisce ad ogni progetto, diventa sempre più forte ad ogni progetto.

Laura: Esatto.

Ljuba: Sì, io infatti questa domanda te l’ho fatta soprattutto perché ci tenevo a sottolineare che quando io parlo e parlo sempre, spesso mi rendo conto, sono diventata ormai noiosa a parlare del team, non è solo avere il vezzo di fare le cose in grande, ecco. È proprio la differenza nel risultato. E la differenza è tanta perché se io mi posso dedicare esclusivamente a quello che so veramente fare bene e so che invece la parte di SEO viene fatta da una specialista, la parte di visual identity, logo, eccetera viene fatta da una specialista, metti insieme tutti questi moduli, questi pezzetti fatti da chi sa fare bene quella cosa e il risultato è proprio tutto un altro livello rispetto al sito fatto da un solo professionista.
Quindi non è un, vezzo non è un voler dire “oh gente, cacciate i soldi perché per avere un sito bello bisogna avere un gran team”. No! È proprio… si ottengono risultati completamente diversi.

Laura: Esatto, è anche una cosa, allora è anche questione di offrire un servizio diverso. Nel senso, io continuo a realizzare siti ancora da sola a volte se per esempio non c’è il budget o per altre questioni. Però vedo che lavorando in team il risultato è diverso, ma è diverso anche per me. Cioè il mio portfolio è diverso se vado a confrontare un sito che faccio da sola con un sito che ho fatto con un team di persone. Si vede la differenza perché, quello che dicevo anche prima, non puoi fare bene tutto. Quindi più riesci a specializzare le varie aree e migliore sarà il risultato. E di nuovo non ha senso parlare solo di budget. È anche una questione secondo me di crescita del freelance.
Io e te siamo freelance. Io ad un certo punto mi sono guardata in faccia e ho detto “Cosa faccio? Continuo a fare per tutta la mia vita questi siti per i fatti miei? Forse è arrivato il momento di crescere perché altrimenti cosa faccio a fare la freelance?”. Cioè, io penso che il percorso di un freelance sia comunque volto sempre alla crescita: professionale, economica, eccetera… quindi a me piace collaborare con altre persone perché vedo che poi il risultato è molto migliore.

Ljuba: Esatto, io sono qua che faccio sì con la testa, non mi puoi vedere ma io sono qui che annuisco con la testa da un quarto d’ora, infatti tra un po’ mi verrà anche male al collo. Ma perché hai detto veramente delle cose secondo me fondamentali. Cioè è il prodotto finale che consegniamo al cliente che è diverso se il sito lo facciamo da sole o se il sito viene fatto da un team.

Laura: Eh beh, quindi è contento il cliente, siamo contente noi, è contento il team. Più bello di così.

Ljuba: Bravissima, bravissima. A tale proposito… bellissimo lavorare in team, abbiamo appena detto ci si arricchisce, si imparano cose nuove… Però diciamocelo, non è che sia sempre sempre sempre facile lavorare in un gruppo. Le relazioni tra le persone non è sempre tutto semplice e lineare. Tu hai qualche esperienza particolarmente positiva oppure particolarmente negativa del lavoro di squadra che ti andrebbe di raccontarci?

Laura: Allora, te ne racconto due. Una positiva e una negativa.

Ljuba: Fantastico!

Laura: Allora… Positiva: io mi ricordo che circa più o meno 3 anni fa, forse anche di più, realizzai un sito per un artista del vetro e forse è stato uno dei lavori più belli che io ho fatto, un po’ per il tipo di cliente perché è un amante del design e dell’arte quindi era perfettamente nel mio target…

Ljuba: Scusa se interrompo perché, diciamolo anche a chi ci ascolta, tu hai una formazione un po’ particolare. Non sei una programmatrice, una tecnicona, ma sei…

Laura: Io ho un background da restauratrice. Ho sempre avuto questa dualità tra materie umanistiche e scientifiche. Perché poi in realtà quando poi ho fatto le superiori ha fatto ragioneria, quindi numeri. Poi non ne potevo più ho detto artistico, umanistico e facciamo restauro. In realtà restauro – apro una parentesi – è molto simile al lavoro che io faccio adesso perché tutti pensano che restauro sia un lavoro molto creativo no? Sempre lì che pitturi e restauri… in realtà è una minima parte perché poi c’è tutta la parte che riguarda il salvare magari una tela. Quindi la devi rintelare su una tela nuova e lì è tutta chimica. Il pulire un’opera d’arte e lì è ancora tantissima chimica perché altrimenti veramente ti rimane il colore attaccato sul tampone di cotone e non è il caso. La parte creativa è solo l’ultima parte che è quella che riguarda l’effettiva integrazione pittorica, ma anche lì è molto in realtà scientifico come lavoro perché tu non ti puoi permettere di dare una pennellata di colore a tuo gusto. C’è proprio una tecnica che si chiama rigatino che è fare delle piccole righette sulla parte da restaurare perché il restauro vuole che sia visibile, deve essere… deve vedersi perché altrimenti stai facendo un falso e non puoi metterti al posto del pittore che ha creato quel quadro. Quindi in realtà è molto simile al lavoro che faccio adesso perché c’è una parte molto creativa che riguarda tutto il design del sito, ma poi c’è ancora una parte molto tecnica che è quella del codice. Quindi io mi ritrovo, cioè io ho questa cosa proprio di due anime che ce l’ho sempre. È proprio una cosa mia.

Ljuba: Sono contentissima di averti chiesto appunto di raccontarci di questo tuo background perché è venuta fuori questa similitudine appunto tra il restauro e la creazione dei siti ed è bellissimo, è bellissimo quello che hai che hai raccontato.

Laura: E quindi tornando al mio, al discorso precedente…

Ljuba: Al tuo artista dei vetri con cui appunto immagino che ti sei molto più…

Laura: io mi sono trovata da dio con lui perché… cioè era una persona che aveva estremamente poi le idee chiare di dove voleva arrivare e infatti ci sta arrivando alla grande. E poi però contemporaneamente collaborai con una copy, mi chiamò lei per fare questo lavoro. E lì cioè, a me mi si è aperto il cuore perché non ho mai trovato una collaboratrice brava come lei, infatti tutt’ora me la sto portando dietro e non ci siamo mai viste. Cioè sono 3, 4 anni, non ricordo, non ci siamo mai viste. Per me è stato un piacere lavorare con lei perché non so come ha fatto ma lei ha capito perfettamente come io lavoro, quindi tutto il materiale che lei mi mandava era perfettamente organizzato in cartelle secondo il mio modo di pensare. Non so se è perché la pensavamo uguale, non lo so, fatto sta che non c’era bisogno di sentirsi al telefono, di mandarti delle chilometriche per farmi capire come era organizzato il materiale e soprattutto tutto materiale definitivo. Quindi per me stupendo.

Ljuba: Fantastico oserei dire.

Laura: Sì, cioè, una top.
Per quanto riguarda le esperienze negative potrei aprire un capitolone ma non lo voglio fare perché altrimenti passo per la persona negativa che spero di non essere o quantomeno non voglio farlo vedere di essere negativa. Io posso riassumere il tutto dicendo che ci sono ancora troppe persone che si improvvisano, non sanno proprio che cosa sia la professionalità. A me quello che mi fa arrabbiare è che queste persone svalutano il nostro settore, perché lo svalutano c’è poco da fare! E soprattutto poi arrecano un danno al cliente, vuoi perché non sanno lavorare, vuoi perché ritardano le consegne… io di sta gente qua, cioè, sono veramente stanca. Però l’unica cosa, l’unica cosa che posso fare per arginare, di nuovo. è cercare di educare.

Ljuba: No, ti capisco perché effettivamente prima parlavamo del cliente che tende a tardare nel consegnare i contenuti ma in realtà possono essere i collaboratori che causano questi ritardi oppure i collaboratori che come dicevi tu, con scarsa professionalità, anziché risolvere i problemi li creano. Quindi effettivamente il team è una cosa utilissima e secondo me da valorizzare molto nel nostro lavoro ma come dicevo non sempre una passeggiata.

Laura: A volte è un’arma a doppio taglio. Cioè, infatti dico sempre che comunque per arrivare al team dei sogni lacrime e sangue prima.

Ljuba: Vero

Laura: Io tutt’ora dico che non ho ancora creato il team perfetto, rodato. Vuoi perché a volte per esigenze proprio degli altri frelance sono già occupati quindi devo chiamare per forza qualcun altro… Però cioè, non ho ancora il team che dico “wow, perfetto, super figo”. È comunque una strada che io ho intrapreso ancora da poco quindi ci sta che mi prenda le mie belle batoste e pian pianino capisca sempre meglio però come funziona la cosa.

Ljuba: È una strada che io, a differenza tua, quella proprio del team diciamo costante non ho ancora intrapreso quindi guardo a te un po’ come modello perché io al momento invece quando lavoro in team, e lo faccio spesso, lavoro sempre con quelli che io definisco team liquidi nel senso si creano appositamente per quel progetto e si concludono insieme al progetto. Poi con tante professioniste collaboro su molteplici progetti, a volte anche contemporaneamente, però non è che ho una copy di riferimento, una graphic designer…

Laura: No, quello neanch’io, quello neanch’io. Però fai conto per esempio il copy: a me piacerebbe avere un copy per ogni settore. Quindi c’è quello che fa Fashion prendo te, tu sei brava nel Travel prendo te, c’è chi è, non lo so, più bravo a scrivere di testi per freelance, imprenditori scelgo te. Io cioè vorrei che per ogni settore, almeno dei settori che interessano a me, che ormai ho capito che son quelli, cioè io un sito di macchine etichettatrici credo che non lo farò mai perché non è il mio target…

Ljuba: Giusto

Laura: Però mi piacerebbe avere la tranquillità di avere una o due persone per ogni target di riferimento. E quello ancora è molto lontano ad arrivarci.

Ljuba: Giustissima anche questa riflessione. A me fa scattare subito un’altra… un’altra riflessione ancora che è quella non solo del target ma anche dello stile che nel mio caso penso valga anche un po’ per il per il fotografo. Quando io devo creare il team e consigliare i professionisti alla cliente se lei si è rivolta a me per prima e quindi ho avuto modo già di conoscerla sia il copy che il fotografo tendenzialmente, ma anche il graphic designer poi, secondo me, devono anche calzare un po’ su quello che è lo stile della cliente. Perché giustamente non tutti i copy sono uguali, non tutti fotografi a maggior ragione sono uguali, perché mentre il copy magari per natura si adatta molto al cliente, il fotografo giustamente ha un suo stile e deve averlo ed è giusto che, che ce l’abbia uno stile ben definito. Quindi sì, questa cosa del team e del creare un team perfetto come dici tu diventa anche veramente un cercare professionisti adatti ad ogni cliente quasi o comunque a categorie di clienti.

Laura: Però è anche bello quello, dai. È un po’ a volte faticoso però dici. almeno c’è qualcosa che, di sfidante.

Ljuba: No no, esatto è stimolante, hai ragione. È bello per quello.
Quindi secondo te Laura l’ingrediente o gli ingredienti che non devono mai mancare per far funzionare bene un team?

Laura: Allora, ovviamente ognuno deve essere competente del proprio lavoro, quindi competenze. Io amo anche molto che le varie figure all’interno del team siano indipendenti perché, non so te, ma a me è capitato anche più di una volta almeno di dovermi riprendere in mano dei lavori lasciati a metà da dei collaboratori che ovviamente ora non sono più collaboratori, quindi mi piace che, mi piace che ognuno sia forte nel lavoro che fa. Quindi non ti devo insegnare, farti capire come si fa. Lo fai, ti spiego e basta come il lavoro va fatto da parte del cliente, cioè quali sono le esigenze, però poi sei tu lo specialista in quel ramo lì.
Poi penso, ed è fondamentale, che sia importante avere una visione comune sul cosa vuol dire lavorare con dedizione ed è una cosa che vedo che tanti ancora forse non l’hanno ancora capita.
E poi infine, direi che a me piace creare dei team in cui i collaboratori siano positivi, un po’ perché io tendo ad essere abbastanza negativa, e che non si prendono troppo sul serio. Sono una persona piuttosto negativa ma al tempo stesso molto molto ironica e tanto autoironica quindi va bene lavorare però se si può lavorare con il sorriso sulle labbra ancora meglio. Quindi musoni anche no.

Ljuba: Bellissimo. Sono perfettamente d’accordo con te, anzi si dovrebbe lavorare sempre col sorriso sulle labbra. Magari fosse sempre possibile… però appunto circondiamoci almeno di collaboratori che ci aiutino.

Laura: Sì, perché ricordiamoci che è un lavoro, cioè non è usciamo a prenderci l’aperitivo, è un lavoro quindi bisogna farlo bene, con professionalità. Però nulla ci vieta la battuta quando si può farla.

Ljuba: Bravissima. Quindi giustamente professionalità, dedizione, come dicevi…

Laura: Dedizione, se posso anche aggiungere, a me piacerebbe molto… cioè per me è importante – ancora meglio – che il team si adoperi, ed è per quello che parlo di lavorare con dedizione, nel cercare di dare il miglior prodotto o servizio al cliente nel senso soprattutto stilistico, anche. Io vedo ancora troppi che tendono a mettere il proprio stile sul lavoro per, fatto dai loro clienti… non so come… non so se riesco a spiegarmi. E invece secondo me, ed è una cosa di cui ho preso consapevolezza da un paio d’anni non da tantissimo. è importante che il cliente si riveda nel lavoro che tu hai fatto, ma deve uscire lui. Non deve, non devo uscire io. È forse anche per quello che io ho avuto bisogno di fare rebranding, perché ormai uscivo troppo, c’era troppo personal branding nella mia attività.

Ljuba: Guarda, scusami se ti interrompo ma davvero hai toccato un argomento che mi è carissimo perché mi sono trovata nella stessa identica situazione e per lo stesso motivo ho fatto rebranding e per questo motivo Chiara di BalenaLab tra i payoff che mi ha proposto mi ha proposto Riflessi Digitali. Perché io continuavo a dirle: il mio lavoro è fare in modo che il mio cliente si rifletta nel sito che io gli creo. Il sito non deve riflettere me, deve riflettere il mio cliente. Io devo essere capace di capire quali sono i suoi bisogni, le sue esigenze e creare un sito perfetto per lui, ci si deve specchiare nel suo sito Quindi sì, quello che hai detto mi ha proprio acceso questa, questa lampadina.

Laura: Esatto.

Ljuba: Tutto quello che tu hai detto io lo sintetizzo, dimmi se sbaglio ne il bene del cliente. Perché se io creo un sito che rispecchia me, che rispecchia quello che io credo che in questo momento sia la tendenza del momento e metto parallassi ovunque solo perché piacciono ma al cliente non servono a niente quelle parallassi, non sto facendo il bene del cliente. Il bene del cliente inteso appunto in senso ampio ovviamente, considerando il suo business e la sua, e la sua attività.
A questo punto Laura ti chiederei dove possiamo trovarti in rete.

Laura: Allora, beh, sul mio sito internet che è facile facile: yunikondesign.com
Eh purtroppo io con i nomi e l’ho purtroppo inventato quando era ancora abbastanza piccolina. Comunque, vi faccio lo spelling: Y U N I K O N design .com, Yunikon vuol dire unicorno in giapponese, quando ancora gli unicorni non erano di moda… ho un account, anzi ho due account su Instagram sia come aziendale quindi cercate sempre Yunikon Design oppure personale Lauau_
Idem per Twitter, sempre @lauau invece su Facebook Yunikon Design, di nuovo.

Ljuba: Ok. Io vi dico anche probabilmente Laura sottovaluta il potere della SEO perché sicuramente è vero che Yunikon Design non è semplice da digitare ma se voi la cercate su Google come Laura Lonighi troverete sicuramente il suo sito come primo risultato. Quindi non ci facciamo spaventare da questo nome un po’, un po’ complesso del sito: Laura Lonighi e Google vi restituisce subito il meraviglioso sito di Laura.

Laura: E se cercate Laura Lonighi Mi raccomando LO-NI-GHI, non Longhi, non Loghini. LO-NI-GHI.

Ljuba: Guardate bene com’è scritto nella descrizione di questo podcast.

Laura: Esatto.

Ljuba: Bene. Devo dire che avevo intuito che intervistare una mia collega in questo podcast si sarebbe rivelata un’esperienza interessante e ricca soprattutto di spunti di riflessione ma la mia fantasia onestamente non arrivava a tanto. È meraviglioso vedere come, ognuna con la propria personalità e la propria unicità, cerchiamo di raggiungere con tutte le nostre forze un obiettivo comune che è la soddisfazione del cliente, ma soprattutto come dicevamo prima il bene del cliente. Ciò che funziona davvero per il cliente, per dirla proprio in parole semplici.
Non lo accontentiamo ma lo accompagniamo lungo un percorso al termine del quale c’è un sito web perfetto.
Quello dipinto proprio sulla sua pelle e che funziona davvero per i suoi obiettivi.

Laura: Esatto.

Ljuba: Ok, guarda io ti ringrazio davvero tantissimo per la disponibilità, è stato un vero piacere poterti intervistare.

Laura: Grazie mille a te per l’onore e sono contenta di averlo fatto perché come ti ho detto anche per mail secondo me c’è bisogno di parlare di team sia tra di noi del settore ma anche proprio soprattutto per il cliente finale, per avere chiaro cosa deve cercare in un team.

Ljuba: Ecco, è proprio l’obiettivo di Do-Nuts.

Laura: Grande.

Ljuba: Grazie mille Laura.

Laura: Grazie mille a te

Ljuba: Ciao

Laura: Ciao e ciao a tutti.

La ricetta del successo è fatta di professioniste che danno un sapore deciso alla tua comunicazione.
Su DO-NUTS ti presento in ogni puntata un ingrediente del mio team dei sogni.
Il tuo qual è?
Fammelo sapere su ljuba.it oppure sul mio profilo Instagram o sulla mia pagina Facebook.
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Sono Ljuba. Web designer freelance. Metà perfezionista e metà sognatrice. Femminista in divenire. In costante evoluzione e quasi sempre con i capelli ciclamino.
I siti che realizzo sono piacevoli da navigare, attraenti già dal primo sguardo, rispettosi delle regole di usabilità e accessibilità. Raccontano le mie clienti in tutto e per tutto, le definiscono come donne e professioniste che non hanno timore di farsi vedere per chi sono davvero. Conosciamoci meglio

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