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DO-NUTS
episodio n.1
Intervista a Chiara Gandolfi, Copywriter & Voice Talent

20 Settembre 2019Vita da freelance, WordPress

Evviva, finalmente ci siamo. Eccomi a pubblicare il primo episodio di DO-NUTS, il podcast con il web intorno.

Ho scelto di aprire questo podcast con una figura professionale fondamentale, quella del copywriter.
Perché quando dico che i contenuti sono la cosa più importante del tuo sito e che io posso anche costruirti il layout più figo del pianeta ma se i tuoi contenuti sono deboli non andiamo da nessuna parte, ci credo davvero!

La professionista che ho intervistato in questa puntata e che quindi apre le danze a DO-NUTS è Chiara Gandolfi, Copywriter e Voice Talent.
Chiara è la donna che sta dietro e dentro a BalenaLab, laboratorio di parole quasi palindromo.
Chiara scrive testi meravigliosi per siti, campagne pubblicitarie, cataloghi, presentazioni e… qualsiasi cosa ti venga in mente, lei troverà le parole giuste per raccontarla. È anche una speaker e voice talent. Presta cioè la sua voce per pubblicità in radio e TV, audiolibri, audioguide e videogiochi. Chiara fa un sacco di cose.

In questo episodio di DO-NUTS scopriamo insieme a Chiara perché scrivere i testi del proprio sito da soli non è una buona idea e perché non puoi davvero fare a meno di un copywriter. E ci facciamo diverse risate.

Clicca su play e fai partire l’episodio:

Dove possiamo trovare Chiara

Sito web – BalenaLab
Pagina Facebook di BalenaLab
Instagram di BalenaLab
Instagram di Chiara
Blog Stilo, le avventure di Chiara a Parigi
SoundCloud di BalenaLab

Trascrizione Episodio 1

Ciao, benvenuta a Do-Nuts, il podcast con il web intorno.
Io sono Ljuba, sono una web designer freelance e creo siti internet per business woman di carattere.
Amo le donne che fanno squadra e credono fortissimo nei propri sogni.
Come me.
Do-Nuts ti farà andare fuori di testa, ti sorprenderà, ti guiderà, ti parlerà di una presenza online chiara, onesta, emozionante.
Do-Nuts ospita professioniste pazzesche che hanno qualcosa in comune con il web.
Dalla SEO al copywriting, dalla traduzione alla programmazione, dalla fotografia alla grafica, un podcast spiegato semplice per chi sogna una comunicazione che spacca.
In questa puntata conoscerai Chiara Gandolfi.

Ljuba: Ciao Chiara e benvenuta.

Chiara: Ciao Ljuba

Ljuba: Devo ammettere che questa puntata del podcast mi emoziona in modo particolare perché tu per me rappresenti un po’ una divinità. Se non altro per il fatto che sono stata tua cliente due volte e quindi per me hai compiuto praticamente un duplice miracolo.
Se non sbaglio ci siamo conosciute al Freelance Camp del 2015, quando io mi sentivo proprio Calimero, avevo aperto partita iva da pochissimi mesi – ho aperto partita iva a fine 2014 quindi davvero pochi mesi – e non conoscevo nessuno. Proprio a quel Freelance Camp ho conosciuto alcune delle donne con cui ho poi collaborato di più ed è stato bellissimo.
Ero alle prese con la stesura dei testi per il mio sito – avevo appena detto al mondo che facevo siti web ma non avevo ancora un sito web, questo è interessante – m qualcosa mi bloccava nella stesura. Erano miei, non erano neanche scritti male. Ma li trovavo “piatti”, un po’ grigini.
Mi ricordo che pochi giorni dopo il Freelance Camp ti ho contattata e ti ho chiesto se avresti voluto prenderti cura dei miei testi grigini. Tu mi hai restituito dei testi scintillanti, in cui continuavo ad esserci io tutta intera, per nulla distorta, ma era come se li avessi cosparsi di polvere fatata. Ora i testi sul mio sito li ho un po’ rimaneggiati, il sito è cresciuto e gli anni sono passati ma la solida base resta sempre quella dei testi fatti da te.
Poi vabbè, tu sei anche la mamma del mio payoff, RIFLESSI DIGITALI. Un payoff per cui mi fanno sempre un sacco di complimenti.
Quindi scusami se mi sono dilungata così tanto ma sentivo davvero il bisogno di introdurti con tutte le mie emozioni.

Chiara: Hai fatto bene anche perché io ricordo benissimo i lavori fatti insieme a te, per te, e ho partecipato della tua gioia facendo appunto queste cose. Anche perché ogni volta che lavoro per i clienti entro nei loro progetti e diventano un po’ anche miei. Quindi li sento un po’ appartenermi.

Ljuba: Che bello! Io a questo punto ho già svelato un po’ di cosa ti occupi ovviamente , ma vogliamo tutti sentirlo dire dalla tua voce strepitosa. Quindi, Chiara chi sei e cosa fai nella vita?

Chiara: Bene, io sono Chiara Gandolfi e sono tutte le mie bio, nel senso che ne ho tantissime sparse in giro per il web e tutte mi rappresentano e in realtà ognuna mette in luce un aspetto diverso. Però quella che costruiremo adesso insieme potrebbe iniziare con “sono una ragazzina con i capelli bianchi”. Poi sono una romanticona, sono una persona molto ironica, ho poca pazienza, mi lamento ma con una certa vivacità, un certo folclore nelle argomentazioni. Rendendo giustizia a quello che sono stata, da piccola facevo anche le imitazioni, c’era Carmen La Sorella che mi piaceva fare tantissimo…

Ljuba: Che meraviglia, la sai fare ancora?

Chiara: Ma certo cara, cara Ljuba, benvenuti a questo podcast meraviglioso…

Ljuba: Fantastica. Piena di talenti Chiara.

Chiara: Infatti, ma infatti io mi vedevo attrice di teatro poi mi hanno detto che si faceva la fame allora mi sono trovata a lavorare con le parole, a fare la copywriter, una categoria sempre di poveri. Per cui lì mi sono rassegnata, ho capito che ho questo innato spirito francescano dentro di me…

Ljuba: Ecco, no perché invece i copywriter guadagnano proprio i miliardi insomma

Chiara: Infatti abitiamo a Parigi non per niente

Ljuba: Esatto, esatto. Non raccontatecela.

Chiara: No vabbè, a parte gli scherzi, io sono nata al mare e questo per me è un vanto. Forse per questo mi piace andare in profondità nelle cose e allo stesso tempo però anche godermi il sole, l’arietta quando sto in superficie. Vivo, come dicevamo, a Parigi e sono una creativa a parole che vuol dire che ho lavorato sempre con le parole. In agenzie, in redazione, in libreria, in radio per diversi anni ha fatto la copywriter, anche la speaker. Però diciamo che la svolta vera e propria l’ho avuta nel 2014, più o meno nel tuo stesso periodo…

Ljuba: Siamo nate lo stesso anno insomma, professionalmente parlando

Chiara: Sì sì perché sono diventata una libera professionista con il nome di BalenaLab, che è questo laboratorio di parole quasi palindromo, e lì ho iniziato a scrivere storie di brand con una personalità. Cosa faccio nel concreto… spesso parto dallo studio di un nome di un’attività o di un brand, passo attraverso il pay-off che tu conosci molto bene, che è appunto questa frase molto importante per un business, è quello che definisce l’universo del brand, come ci si muove dentro. Poi scrivo i testi dei siti o anche i testi per le campagne pubblicitarie, sia online che offline.
Aiuto i clienti a riconoscersi sia nel nome, nelle parole che scelgo per la loro storia, in modo tale che loro poi si trovino finalmente nelle parole che dicono, trovino finalmente se stessi, si sentano liberi di raccontarsi. Quindi è una sorta di liberazione la comunicazione come la intendo io!
Continuo, nonostante tutto, a fare la speaker perché in Italia è un lavoro che non funziona molto non ha la giusta dignità. La voice talent in particolare. Quindi presto la mia voce per gli spot, per le audioguide, per le fiabe interattive, per i video. Quindi quando senti le voci narranti nei video, ecco io faccio anche quello.
Lavoro in lingua italiana ma soprattutto con l’estero per quanto riguarda i voiceover.
Insegno anche, per quanto riguarda scrittura creativa e pubblicitaria sia nelle aziende sia in una scuola digitale che si chiama Digital Update a Bologna.
E oggi in realtà sono un miscuglio felice e consapevole di tutte queste cose qui. Di tutte le cose che sono stata, che ho imparato e che ho messo insieme appunto sotto il cappello di BalenaLab e che è un po’ la mia casa. È il mio mondo, quello che mi rappresenta.

Ljuba: Insomma fai davvero tantissime cose e molto molto particolari, molto molto interessanti direi.
A questo punto però ti farei la classica domanda: ora che ci hai spiegato nel dettaglio di che cosa ti occupi prova a spiegare il tuo lavoro come se lo stessi raccontando a tua mamma o addirittura a tua nonna

Chiara: che non è una cosa così improbabile, perché io tante volte ho cercato di spiegare a mia mamma il lavoro che faccio. Poi semplificando tutti diciamo “mamma, lavoro col computer”. Però a mia mamma dire una roba tipo: ah, intanto mamma faccio un sacco di cose, mi devi seguire però. Attenzione! Hai presente la pubblicità che interrompe Beautiful? Bene, io scrivo quelle frasi lì. Quelle che dicono le signorine con i detersivi in mano, quelle che ti fanno vedere i rossetti oppure che ti dicono quanto sono buoni quei biscotti… Ecco, questa è la prima cosa.
Poi per esempio, un’altra cosa: do i nomi ai prodotti, alle aziende… non sanno come chiamarsi? Ecco io vado lì, studio con loro un nome per fare colpo sui clienti. Oppure che ne so, hai presente i computer? Beh, dentro ci sono le storie di tutti quelli che le vogliono scrivere. Quindi c’è un po’ la mia, c’è anche quella di Gigi il tuo fruttivendolo, c’è quella dei Beatles e io scrivo le storie della gente, dei professionisti, delle aziende, per farli conoscere.
Anche in radio, in realtà ci sono anche in radio, perché ogni tanto se accendi la radio senti la mia voce mentre ti racconto di un condizionatore, di una marca di vestiti… Ecco, presto anche la voce a quelli, a chi ha bisogno di dire delle cose importanti.
Non so se le mamme capisco quando dico queste cose però è la cosa più vicina al loro mondo.

Ljuba: Guarda Chiara, io che – come saprai – amo tantissimo le cose spiegate semplici ho trovato fantastica questa tua modalità di spiegare il tuo lavoro alla mamma e alla nonna. Quindi davvero molto molto molto efficace, mi è piaciuto tantissimo come l’hai raccontato.
Bello anche come lo hai raccontato prima eh, in maniera più professionale ma raccontato alla mamma e alla nonna mi ha emozionata ancora di più.

Chiara: Che poi bisogna partire dalle cose che loro conoscono. Quindi non so, Beautiful, Gigi il fruttivendolo insomma sono cose che loro vivono nel quotidiano, mia mamma vive nel quotidiano. E anche con i clienti bisogna spesso fare così, quindi far capire il nostro mestiere per le cose che loro possono comprendere, quindi agganciandoci al loro mondo e poi utilizzando quelle stesse parole – e sai che per me le parole sono importanti – per farci comprendere. Farsi comprendere dai dei clienti è proprio il primo passo, quello in cui appunto loro sono in grado di capire il valore di quello che fai e quindi sceglierti per quello che fai.

Ljuba: Perfetto. Ora fingiamo, ma neanche troppo visto quello che ti ho raccontato prima, che io sia una potenziale cliente che vuole un sito web. Perché dovrei aver bisogno anche di una copywriter?
Non mi basta pagare un informatico che mi faccia il sito e poi scrivermi i testi da sola? Mi dicono tutti che scrivo anche piuttosto bene…

Chiara: …e quindi, insomma, ti senti autorizzata.

Ljuba: E quindi sì, perché dovrei aver bisogno di te?

Chiara: allora io partirei da un presupposto, cioè che ognuno è libero di fare le le scelte che desidera e anche la scelte che può fare. Perché capisco che a volte non ci sia budget per affrontare certe spese, soprattutto quando si è all’inizio… è successo anche a me che mi sono fatta il primo logo da sola. Dopo tre mesi ho avuto un po’ di budget da destinare a questa attività e mi sono, ho pagato qualcuno per farmi il logo.
Quello che posso dire relativamente al copywriting ma in realtà relativamente a un po’ tutti i mestieri del web che appunto riguardano la comunicazione, che pagare qualcuno per fare il proprio mestiere in questo caso per scrivere della propria attività è utile perché un copywriter sa quello che sta facendo.
Cioè ogni parola per il copywriter ha un obiettivo, ogni scelta è funzionale a qualcosa, ogni testo è concepito proprio come un viaggio e tutti i testi tra loro, su un sito internet, sono un corpo unico. Capace di parlare, di farsi comprendere, di suscitare le emozioni di volta in volta richieste. Perché a volte si tratta di informare, a volte si tratta di rassicurare, a volte si tratta di stupire.
E questo è il primo sicuramente.
Un altro, non meno importante, è quello del risparmio del tempo. Perché quel tempo che tu impieghi a scrivere, magari male o credendo di scrivere bene, lo puoi impiegare a lavorare sul tuo prodotto, sul tuo servizio. A potenziare le cose che sai fare.
Ricordiamoci poi che la scrittura è solo una delle fasi della scrittura che sembra un controsenso ma ha un senso.
Perché prima c’è tutta la ricerca, c’è tutta la struttura dei contenuti, c’è tutta la parte di documentazione. Poi c’è la scrittura vera e propria, quella che molti chiamano la scrittura di getto – ma che non esiste – e poi c’è tutta la parte della revisione.
Quindi a volerlo fare bene, a scrivere ci vuole del tempo.
E quindi è tanto il tempo da dedicare alla scrittura.
Terzo, ti aiuta ad attirare più clienti ma più clienti giusti, giusti per te. Perché il copywriting di un professionista che lo fa di mestiere è studiato per funzionare secondo le regole del mezzo per cui è stato pensato. Per cui i copywriter non è che scrivono così per la bellezza della scrittura, scrivono perché tengono conto delle dinamiche d’acquisto per esempio, oppure della psicologia umana.
È una scrittura un po’ diversa da quella del romanzo, dei biglietti d’auguri,

Ljuba: ci sono degli obiettivi chiari insomma…

Chiara: sì, sì oppure ti piace un ragazzo su Facebook o su Instagram e glielo dici con un post.
Cioè, la scrittura di business è fondamentale ed è fondamentalmente diversa da tutte queste perché genera un cambiamento.
Quando noi scriviamo – quindi copywriting dedicato al business – di solito è quello che ci aiuta a cambiare qualcosa nella giornata, nella routine, nel comportamento di una persona. E quindi, che ne so, arriva un’iscrizione della newsletter, arriva ad acquistare qualcosa, arriva a conoscere qualcosa che prima non sapeva… è un tipo di scrittura all’ennesima potenza.
E poi fa venire fuori l’unicità del lavoro. Del lavoro di qualcuno. Sa renderla a parole.
E spesso facciamo fatica a sintetizzare i messaggi importanti per noi, a volte facciamo fatica a guardarci dentro e a analizzare da dentro quello che succede, quello che vorremmo dire.
A volte siamo negati con le parole, altre volte non ci sentiamo rappresentati da quelle che riusciamo a produrre.
E forse il nostro sito internet è un po’ come una casa: c’è l’ingegnere, c’è l’architetto, ma c’è poi anche l’interior designer. Quindi forse il compito del copywriter è un po’ quello del interior designer: una volta che la struttura è stata fatta e quindi il web designer ha dato il suo apporto, l’informatico ha dato il suo apporto, è ora di arredare gli spazi. È ora di metterci dentro i contenuti. I contenuti scritti.

Ljuba: Concordo su tutto e soprattutto concordo da cliente per il fatto di esserci passata. Io per prima pensavo di poter fare tutto tutto da sola, ero all’inizio e come hai detto tu all’inizio insomma la coperta è corta, non c’è budget per tutto. Però poi mi sono proprio resa conto di essere bloccata e che avevo bisogno di aiuto e di un professionista.
Non ti nego che un po’ la paura era quella che dare in mano a qualcun altro i miei testi questi potessero in qualche modo essere leggermente snaturati… non sentirli più miei. E invece, come ti dicevo prima, naturalmente, è successo l’esatto contrario. Quando me li hai restituiti belli infiocchettati erano ancora più miei di prima però forse può esserci un pochino nelle persone il timore che affidare la scrittura dei propri testi ad un copywriter possa togliere un po’ loro la voce?

Chiara:. Sì, c’è ed è una forse delle obiezioni più frequenti quando si chiama un copywriter per fare un lavoro del genere. Però un bravo copywriter non solo scrive e restituisce bene un certo tipo di contenuto ma è in grado di intuire e individuare i punti forti, i punti di forza di un cliente. È capace di analizzare quindi ha anche questo occhio un po’ clinico sulla situazione e guardando da fuori con le competenze che ha sia nella scrittura che nella decodifica di alcune realtà riesce poi appunto renderle a livello di scrittura.
Ma veramente questa è l’ultima parte di un processo più lungo e laborioso che riguarda una collaborazione a due, perché scrivere i testi del sito non lo fa soltanto il copywriter ma lo fa il cliente insieme al copywriter. Vuol dire che il cliente si deve aprire e deve un po’ fidarsi di questa persona che entra nel suo business e mette un po’ in ordine le cose e poi le restituisce.
Ed è importante l’apporto del cliente in tutto questo percorso perché soltanto lui ha le chiavi di alcune stanze. Visto che abbiamo cavalcato la metafora del dell’interior designer e appunto dell’arredamento.
E quindi è necessario che il cliente si fidi, che dica “boh, proviamoci”, perché è veramente fondamentale appunto che ci sia questo tipo di rapporto perché sennò anche il copywriter può scrivere delle belle parole ma non riesce ad arrivare al nucleo, non riesce ad arrivare al centro.
Quindi è veramente un lavoro a due, una sorta di tango argentino con ogni tanto qualche evoluzione. Voilà!

Ljuba: che bell’immagine. Quindi giustamente tu sottolinei l’importanza della collaborazione con il cliente e non posso che essere d’accordo. Anche nella mia professione questa è sempre fondamentale e la sottolineo sempre fin dal primo contatto che ho col cliente. Prima ancora di fare il preventivo io già parlo dell’importanza della collaborazione, nel caso poi il progetto dovesse procedere.
Per quanto riguarda invece il lavoro in team nella creazione di siti web quanto è importante secondo te la collaborazione con altre professioniste?

Chiara: beh, è molto importante perché stiamo lì per fare insieme del bene a un cliente quindi è necessario che questa collaborazione sia il più proficua possibile.
Spesso ci si sceglie tra di noi collaboratori, quindi viene fuori perché so che lavori bene.
Allora chiamo Ljuba per fare i siti, chiamo Giulietta per fare la SEO, chiamo Romeo per fare le fotografie e chiamo i Capuleti per mettere in piedi, che ne so, le Google Ads.
Ci si sceglie. Ci si sceglie perché magari a tavolino decidiamo che questo team funziona.
Però qualche volta il team viene messo in piedi dal cliente, quindi dice: mi piaci tu, ah mi piace anche questa, mi piace anche quest’altro… adesso scannatevi tra di voi, mettetevi d’accordo, io voglio un bel sito.
In questo caso c’è da una parte la bellezza di conoscere persone nuove e quindi essere stimolati a fare e a fare bene, dall’altra c’è l’incognita “saremo sulla stessa lunghezza d’onda? Ce la faremo”. Quindi la collaborazione, la sintonia che si crea nei team è fondamentale.
Ci vuole un sacco di rispetto, ognuno per il ruolo dell’altro e la professionalità dell’altro e anche qui ci vuole tantissima fiducia. Però poi se uno ha l’obiettivo che è fare del bene al nostro cliente ci si trova un accordo, voglio dire.
Ci vuole un po’ di ordine e un po’ di rispetto e poi credo che tutto possa funzionare al meglio.

Ljuba: Hai ragione. È molto interessante questa distinzione che hai fatto tra team che nascono in maniera diciamo spontanea, quindi il cliente magari si rivolge a me che sono web designer mi chiede il sito e poi io gli consiglio – per poter portare avanti il progetto nel modo migliore – di rivolgersi anche a un copywriter, a un SEO specialist, a un fotografo, eccetera eccetera e quindi naturalmente consiglierò – poi il cliente sarà libero di scegliere chi vuole – ma io consiglierò i nomi con cui sono abituata a lavorare, con cui so che normalmente lavoro molto bene, i progetti funzionano davvero. Però è vero che avviene anche a volte il contrario: arriva il cliente che si è già composto in qualche modo il team, ti contatta per chiederti quel pezzo di lavoro, ma tutti gli altri professionisti del team esistono già e magari tu non li conosci. Quindi lì si tratta di entrare un po’ diciamo in punta di piedi all’interno di un di un gruppo, conoscerlo e lì si tratta proprio di fare squadra nel vero senso della parola.
Ecco che lì diventa ancora più importante il concetto di fare squadra

Chiara: Sì anche perché è come nelle relazioni di coppia, no? Cioè, abbiamo un obiettivo comune che non è più il mio obiettivo, il mio di BalenaLab o il tuo di Ljuba Daviè, ma è il nostro obiettivo rispetto al cliente.
Quindi è quella cosa lì che ci unisce, è quel tipo di obiettivo che ci dà la spinta anche per diventare… fare lo sforzo di uscire un po’ dal nostro mondo e di dire “Ok, se Ljuba ha detto così probabilmente c’è un motivo, allora andiamo a vedere, cerchiamo di venirci incontro, facciamo in modo tale che il cliente sia soddisfatto e contento di questo lavoro che stiamo facendo insieme”.
E quindi è tutto un po’ così: un equilibrio, è una sorta di equilibrio da ricercare sempre.

Ljuba: Quindi, anche se li hai già detti a grandi linee, mi piacerebbe chiederti quali sono secondo te in sintesi gli ingredienti fondamentali per far funzionare bene un team.

Chiara: Beh sì, in effetti li abbiamo detti.
Rispetto sicuramente per i ruoli altrui, per la professionalità altrui, anche laddove l’altro professionista non si conosce quindi nel dubbio il rispetto. Direi.
Poi la fiducia. Quindi sapere che se il SEO specialist ha detto che bisogna fare 1500 pagine di copywriting per indicizzare e ottimizzare il sito… bene, fidiamoci.
L’ordine è un’altra delle caratteristiche importanti perché spesso nei team se non c’è ordine sembriamo delle pecore allo sbaraglio. È importante che ci sia un direttore dei lavori che dice “ok prima tu, poi tu, poi questo, poi quell’altro…” e che in genere ci sia dell’ordine anche all’interno del nostro stesso lavoro: ti ho detto che te lo consegno martedì te lo consegno martedì!

Ljuba: Giusto! Per evitare che i progetti durino anni e si perda l’entusiasmo anche. Perché poi è questo accade: si parte con tantissimo entusiasmo ma poi quando un progetto si diluisce lungo 10, 12, 14 mesi… l’entusiasmo scema un pochino.

Chiara: Tipo: chi è il cliente? No? Ed è vero. E questo un po’ ricade anche nel discorso del rispetto. Perché nel momento in cui io allungo la mia consegna e quindi invece di consegnarti martedì ti consegno dopo due settimane magari chi doveva fare il sito, chi doveva fare le foto non ha i materiali giusti e quindi anche il suo lavoro viene posticipato e quindi è tutta una sorta… una macchina che non gira bene perché non ha i tempi giusti e quindi la mia difficoltà diventa la difficoltà del team. Perché a quel punto metto in situazione di difficoltà anche altri che magari avevano programmato altri lavori… questo soltanto a livello di tempi, ci sono anche tanti altri livelli che sono anche proprio quello del “non ho fatto un buon lavoro e mi accorgo che non ho fatto un buon lavoro?”. Eh, questa cosa non ricade soltanto su di me ma anche su i miei collaboratori.
Quindi avere presenza di spirito e cercare sempre di dare il meglio nei tempi giusti.

Ljuba: Giusto. Io aggiungerei solo saper mettere anche un pochino da parte il proprio ego. Forse prima ne avevi accennato anche tu. Mi sembra davvero una cosa importantissima per far funzionare un team perché forse noi freelance, noi creativi, abbiamo forse un po’ questa tendenza al “No ma io farei così quindi se questo fa in un altro modo vuol dire che non ha capito niente”. Quindi si essere, avere quell’umiltà di mettere un pochino da parte il proprio ego per il bene del cliente.

Chiara: È vero, è vero. Un’altra cosa che mi viene da dire parlando di team è proprio questa cosa qui. Cioè l’autocritica e la critica nei confronti del lavoro altrui. Quando è fatta per uno scopo è ben accetta. Quando è fatta anche con una certa modalità è ben accetta. Quando quindi obiettivo è quello di crescere insieme e di fare un buon lavoro.
Quando invece è soltanto un pourparler… è per dire “perché questa cosa non ti è venuta bene” lì diventa un problema perché abbiamo perso il nostro obiettivo, la strada, il percorso da seguire e ci stiamo perdendo in queste cose un po’ più basse che riguardano l’umanità spicciola.

Ljuba: Concordo assolutamente. Tu Chiara hai un’esperienza veramente molto ampia nel lavoro in team sia come copywriter, come voice talent, eccetera… hai magari voglia di raccontarci un’esperienza particolarmente positiva o un’esperienza particolarmente negativa è perché sono state tali?

Chiara:. Guarda, senza fare i nomi e i cognomi perché sennò mi vengono a cercare a casa… devo essere onesta sono stata molto fortunata. Per cui la maggior parte delle volte che ho lavorato in team mi sono sempre trovata molto bene perché appunto siamo persone mature, grandi. Spesso ho lavorato con grandi professionisti e questo mi ha garantito una professionalità anche poi nel rapporto umano. Se devo proprio dire una cosa negativa mi sono trovata a lavorare un po’ meno bene in genere con le agenzie di pubblicità o le web agency, perché magari appunto se nel team c’erano anche loro e magari io era stata chiamata da loro per fare un certo tipo di lavoro e magari affiancato c’era il fotografo o c’era il videomaker o c’era qualcun altro… Loro hanno dei tempi molto stretti, hanno una loro visione delle cose quindi anche per esempio il mio questionario che apre tutte le danze dei miei lavori…

Ljuba: diciamolo come si chiama: Marino

Chiara: Sì, ho questa cosa che devo dare i nomi alle cose, lo faccio per mestiere ma lo faccio anche quando non serve quindi, Marino serviva perché è funzionale: il questionario Marino, Marino il questionario. È molto bello, le persone se lo ricordano, i clienti lo amano anche proprio perché ha preso questa sua personalità

Ljuba: O lo amano o lo odiano, m permetto di dire, perché avendolo dovuto compilare ben due volte e praticamente… Marino è un vero e proprio psicanalista! Non è un semplice… cioè non fatevi trarre in inganno, non è un semplice questionario. Chiara ve lo manda dicendo “Toh, ti mando un questionario” in realtà ti arriva una vera e propria seduta di psicanalisi.

Chiara: Esatto, e comunque alla fine hai sudato sette camicie, ti sembra di aver scritto la Bibbia e dici “ok, adesso basta, lo abbandono perché sennò continuo a scrivere”. E poi tu pensa Ljuba che io comunque ogni sei mesi, un anno lo rivedo e aggiungo cose e ne tolgo, per fortuna, sennò…

Ljuba: Ma guarda che compilare Marino a me è stato vabbè utilissimo in maniera esagerata la prima volta quando proprio ero all’inizio inizio inizio, ma la seconda volta mi ha stupita quanto sia stato nuovamente utile perché le risposte erano cambiate così tanto rispetto alla prima volta che metterla a confronto mi ha aperto un mondo. Davvero.

Chiara: Sì infatti questo è proprio lo scopo di Marino, cioè fare una radiografia del momento, del momento e della prospettiva, quindi da lì a sei mesi, da lì ad un anno. Spesso poi magari le cose cambiano e quindi noi cambiamo insieme al nostro business, insieme ai nostri clienti, insieme ai nostri obiettivi ed è normale che le risposte di Marino siano quindi diverse. Quindi poi perché stavamo parlando di Marino? Ah sì, le agenzie. Stavamo parlando di Marino appunto perché con le agenzie spesso questo procedimento secondo loro non è così necessario quindi magari preferiscono l’intervista a voce quindi “vieni, facciamo un’intervista al cliente di persona” oppure “vieni facciamo questa cosa perché noi dobbiamo consegnare dopodomani” e ti mettono magari in difficoltà perché le modalità di lavoro vanno decise insieme, vanno rispettate e se io ho delle esigenze particolari è giusto che mi mettiate nelle condizioni di lavorare bene. E spesso appunto con le agenzie è un po’ difficile, sono un po’ duri di comprendonio quindi bisogna comunque vedere quando è il caso di lavorare con chi perché anche il fatto di dire sempre sì non è mica detto insomma…

Ljuba: Immagino, io per esempio per scelta non ci lavoro. Se mi arrivano delle richieste le passo a delle mie colleghe, ma preferisco lavorare sempre con il cliente finale, con delle piccole professioniste, con grandi caratteri, ma non con le agenzie. Poi magari un giorno cambierò idea, non è detto che questa sia una scelta definitiva, però al momento mi trovo bene così.
Comunque anche i clienti, diciamo così i piccoli clienti, non le agenzie, capita che mi rispondano che non hanno voglia di rispondere al questionario, se possiamo sentirci al telefono. Quindi, questo questionario evidentemente alla volte sta sull’anima ai grandi quanto ai piccoli. Richiede tanto lavoro.

Chiara: No no, ma è vero. Io lo spiego sempre il valore del Marino risposto per iscritto. Perché credo che le parole che uno sceglie da scrivere siano molto più pensate rispetto a quelle parlate, quindi buttate forse anche un po’ lì.

Ljuba: E scusami, ma lì si rendono conto di quanto faticoso sia scrivere soprattutto secondo me. Perché spesso la pigrizia sta nel “non ti rispondo al questionario perché rispondere a tutte queste domande per iscritto è una faticaccia. Mi costringi a pensare, a scrivere delle frasi di senso compiuto – scritte anche un po’ bene se non voglio fare delle figuracce”. E quindi insomma, gli stai dimostrando che scrivere è davvero faticoso.

Chiara: Sì, ed è un bel test, banco di prova perché loro capiscono il valore della scrittura, capiscono quanto è difficile e capiscono che hanno fatto la scelta giusta a chiamare un copywriter perché lo faccia per loro.

Ljuba: Perfetto, direi che abbiamo detto tutto quello che potevamo dire. Insomma, potremmo andare avanti veramente per ore, anche fare qualche spin-off secondo me sugli argomenti di cui abbiamo parlato oggi però a questo punto ti chiederei semplicemente dove ti possiamo trovare in rete Chiara, dove possiamo ascoltare la tua voce per esempio.

Chiara: Io ho diverse case in rete. La prima, la più popolata è www.balenalab.com che è il sito appunto di BalenaLab dove trovate tutte le cose che riguardano il copywriting, l’insegnamento e la formazione. Su Facebook e Instagram di BalenaLab dove sono molto attiva e dove metto cose che riguardano il lavoro. Mentre su chiaragandolfi.com c’è un sito personale dove dentro c’è un bel blog che si chiama Stilo, che me lo dico sa sola che è un bel blog però magari…

Ljuba: No, lo dico anch’io. Lo dico anch’io, confermo. Io lo adoro.

Chiara: E allora confermato. C’è la mia storia, la mia avventura appunto a Parigi, di come stoi portando l’italiano all’estero. E poi invece, per quanto riguarda la voce al momento c’è solo il SoundCloud di BalenaLab, dove ci sono degli audio degli ultimi, in realtà nemmeno tanto ultimi lavori ma quelli che sono riuscita a caricare per il momento. I prossimi arriveranno su myitalianvoice.com che sarà un sito dedicato solo alla voce, all’audio e dove metterò tutti questi bei progetti che sto facendo adesso. Spot nazionali, sto facendo una bellissima audioguida per il Trenino del Bernina e ho fatto da pochissimo la voce per un videogioco manga, sono la protagonista guerriera di un videogioco.
E quindi insomma, tanti progetti belli che spero di mettere appunto a settembre su myitalianvoice.com.

Ljuba: Davvero tantissimi. Io però sono affezionatissima quella cagnetta con la tua voce meravigliosa, ne possiamo parlare?

Chiara: Ah certo, certo, anche perché è uscito tutto quanto quindi tutto quello che riguardava Gracy, sono appunto la voce di questa cagnolina, Gracy, che ama stare in casa ma soltanto con i condizionatori. Quindi racconto appunto a più puntate questa sua piccola storia, queste sue piccole scenette d’estate e d’inverno per gli spot nazionali radio di Hitachi.

Ljuba: Wow Chiara, questa puntata è stata davvero ricchissima e hai dato a me e a chi là fuori ci ascolta davvero tantissimi punti di riflessione. Ci tengo a ripetere, ancora una volta, che i contenuti non solo sono importanti, sono la cosa più importante del tuo sito quindi non li trascurare per nessun motivo. Anche se sei brava a scrivere, i testi del tuo sito affidali ad una professionista e vedrai la differenza. Garantisco io!
Grazie davvero per essere stata ospite di questo podtcast Chiara, ti mando un abbraccio lungo fino a Parigi.

Chiara: Grazie a te Ljuba, un abbraccione e tante tante belle cose, come si dice nelle trasmissioni? Tante belle cose a voi.

Ljuba: Tante care cose.

Chiara: Ciao Ljuba

Ljuba: Ciao Chiara, un abbraccio.

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Sono Ljuba. Web designer freelance. Metà perfezionista e metà sognatrice. Femminista in divenire. In costante evoluzione e quasi sempre con i capelli ciclamino.
I siti che realizzo sono piacevoli da navigare, attraenti già dal primo sguardo, rispettosi delle regole di usabilità e accessibilità. Raccontano le mie clienti in tutto e per tutto, le definiscono come donne e professioniste che non hanno timore di farsi vedere per chi sono davvero. Conosciamoci meglio

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