Questo post nasce in seguito a due dirette che ho tenuto a marzo nell’Academy del gruppo Facebook della Mansardina di Gioia Gottini.
Durante le due dirette da un’ora ho risposto alle tante domande che mi sono state fatte soprattutto da artigiane e crafter circa l’opportunità di aprire un negozio online e quale piattaforma scegliere.
Sicura di volerlo?
Nella mia pagina di vendita dedicata agli e-commerce trovi scritto
“L’obiettivo di un e-commerce è vendere, il mio obiettivo è evitare di farti buttare via soldi.
Hai un prodotto che si presta ad essere venduto sul web?
Benissimo, Analizziamo insieme il tuo progetto e la sua fattibilità e – quasi certamente – ti indirizzerò verso piattaforme di vendita online e non ti manderò un preventivo per crearti un tuo e-commerce in WordPress.
Aprire un e-commerce non è semplice come vogliono farti credere. Ci sono normative da rispettare, aspetti fiscali da conoscere (ce l’hai un buon commercialista a cui chiedere una consulenza con i fiocchi, vero?), burocrazia da sbrigare. E poi gestire l’esperienza utente, il magazzino, le spedizioni, avere un tecnico sempre disponibile, regolari backup, marketing, mailing list e tanto tanto altro…”
Insomma, non per scoraggiarti ma se pensi di aprire un e-commerce per vendere i tuoi prodotti ti invito a pensarci davvero molto bene. La concorrenza è spietata e se credi che basti aprire uno shop online per “vendere potenzialmente in tutto il mondo” ti consiglio di ridimensionare le aspettative.
Non solo WooCommerce…
Come dicevo sopra, difficilmente realizzo siti e-commerce. Non perché non mi vengano richiesti ma perché il 99% delle volte il progetto che mi viene presentato non è adatto ad un e-commerce realizzato con WordPress. Quasi sempre consiglio alle potenziali clienti di iniziare a vendere su un marketplace o su una piattaforma dedicata e poi, in caso di successo e solo dopo aver analizzato a fondo la loro attività e aver verificato che il loro giro di affari è solido, tornare da me per creare il loro primo e-commerce proprietario.
Ma facciamo un po’ di chiarezza e proviamo a vedere le differenze tra marketplace, piattaforme ed e-commerce di proprietà.
Il marketplace per eccellenza per chi produce e vende prodotti artigianali è Etsy.
Si tratta sostanzialmente di un condominio in cui tu puoi affittare il tuo appartamento. L’affitto lo paghi tramite le commissioni che sono del 5% su ogni transazione più altre commissioni, per esempio circa 18 centesimi per pubblicare un’inserzione e 4% + 30 centesimi sul valore di ogni vendita se utilizzi anche il metodo di pagamento Etsy Payments.
In sintesi, si paga per avere un servizio. Etsy è diventato ormai un condominio molto molto affollato ma non significa che non valga più la pena utilizzarlo. Bisogna essere bravi nel creare le schede prodotto e nel promuoversi.
Il motore di ricerca interno di Etsy è una potente risorsa. Io stessa ho acquistato molti oggetti su Etsy che non avrei mai trovato altrove e che non avrei trovato se non fosse stato grazie al motore di ricerca interno ad Etsy.
Ad un livello superiore ad Etsy si trova Big Cartel. Una piattaforma per l’e-commerce semplice da usare grazie al suo editor drag and drop (in pratica vedi in tempo reale il sito che stai costruendo) che permette, rispetto ad Etsy, un maggiore livello di personalizzazione.
È infatti possibile scegliere tra diversi temi e accedere al codice per personalizzare ulteriormente.
Non sei in condominio, sei in una casetta indipendente ma sei sempre in affitto.
Paghi 9,99 euro al mese fino a 25 prodotti e 19,99 euro al mese fino a 100 prodotti. Stop, non ci sono altre commissioni in percentuale sulle transazioni.
Si capisce subito che la differenza con Etsy è anche di tipo economico e vale la pena fare qualche valutazione.
Su Etsy paghi le commissioni solo se vendi. Ma hai funzioni e aspetto grafico limitati.
Su Big Cartel paghi un abbonamento mensile indipendentemente che tu venda oppure no. Ma puoi arredarti al casa come preferisci e sei più autonoma.
Infine, tra le piattaforme, c’è anche Shopify. È quella più professionale, permette già di fare un po’ di SEO, anche se poca, di personalizzare molto l’aspetto dello shop (esistono moltissimi temi) e di acquistare delle app integrative per aggiungere funzioni.
L’esperienza utente su questa piattaforma è molto buona e il suo costo è di 29 dollari al mese + 2% di commissioni sulle vendite.
Se invece parliamo di e-commerce proprietario – quindi casa indipendente e di proprietà, non in affitto – allora passiamo a WordPress con WooCommerce.
Fare un e-commerce con WooCommerce
La domanda che mi viene fatta più spesso è “lo consigli”?
Purtroppo non posso evitare di rispondere “dipende”.
WooCommerce è un plugin potente e gratuito per la piattaforma WordPress e serve per creare e-commerce con WordPress appunto. La configurazione è abbastanza intuitiva – ma non aspettatevi due click e via né di creare un e-commerce in poche ore – e permette di selezionare molte opzioni: variazioni di un prodotto, spese di spedizione in base al peso o alla fascia di prezzo, differenti modalità di pagamento, gestione magazzino e tasse.
Inoltre, ha moltissime estensioni, sia gratuite che a pagamento.
WooCommerce risponde praticamente a tutte le esigenze e quello che non è previsto nel plugin gratuito è quasi certamente disponibile con una estensione a pagamento. Attenzione però, le estensioni di WooCommerce possono essere anche molto costose. Prima di lanciarsi nello sviluppo di un e-commerce è necessario definire le funzioni indispensabili e valutare i costi da affrontare.
Se lo consiglio? Se scegli, tra tutte le possibilità che abbiamo elencato prima, la strada dell’ecommerce di proprietà allora sì, ti consiglio WooCommerce ma ti consiglio anche di affidare la creazione del tuo e-commerce ad un team di professionisti.
Se non c’è budget, molto molto meglio stare sulle piattaforme come Etsy, Big Cartel e Shopify.
Mi spiego: è vero che puoi in autonomia creare il tuo sito WordPress e poi aggiungere WooCommerce per farlo diventare uno shop ma vendere online non è una passeggiata e non è molto diverso da aprire un negozio fisico. Chi ha anche un’attività commerciale con negozio o laboratorio “su strada” sa bene quali e quanti sono i costi da affrontare.
Quando si apre un e-commerce si dovrebbero affrontare più o meno gli stessi passaggi.
Per legge dovrai comunicare l’apertura del tuo shop in Camera di Commercio, presso il Comune dove ha sede la tua partita IVA e all’Agenzia delle Entrate. Quindi, anche per un e-commerce serve un buon commercialista che ne capisca di vendita online e ti segua nelle pratiche di apertura.
Dovrai poi affidarti ad un avvocato perché ti prepari i documenti relativa alla privacy e cookie policy e ai termini e condizioni di vendita. Senza di questi rischi davvero di finire nei pasticci e di non essere tutelata.
In sintesi: consiglio WooCommerce alle persone che hanno già fatto tutto un percorso che le ha portate, con consapevolezza, ad aprire un e-commerce proprietario.
Non lo consiglio a chi non ha partita IVA (sarebbe illegale!), a chi “vuole provare” e non ha fatto una seria analisi di mercato per il suo prodotto o non ha mai venduto nulla prima. Soprattutto non lo consiglio a chi non può permettersi di pagare un web designer ed un programmatore che gli realizzino l’e-commerce e glielo mantengano sempre aggiornato e perfettamente funzionante.
E non dimentichiamo la SEO: senza una strategia SEO con i fiocchi sarà difficile che qualcuno varchi la soglia del tuo negozio virtuale.
Aspetti legali di un e-commerce
Io non sono un avvocato e non mi sbilancio a dare pareri su argomenti che non sono di mia competenza. Se lo faccio è perché mi sono confrontata con un professionista del settore. Questo paragrafo è frutto di un confronto con l’Avvocato Valentina Fiorenza.
Questi sono gli obblighi legali se apri un e-commerce in Italia:
- Possedere partita IVA
- Essere iscritta in Camera di Commercio
- Presentare un Documento di Inizio Attività presso il Comune in cui ha sede la tua azienda
- Comunicare all’Agenzia delle Entrate l’indirizzo dell’e-commerce (dominio), i dati del provider sui cui server si trova hostato il tuo e-commerce e tutti i tuoi recapiti (mail, fax, pec, ecc…)
- Avere ben visibili informativa privacy, informativa cookie e chiare condizioni generali di contratto
Un’ottima guida agli aspetti legali degli e-commerce l’ha creata l’avvocato Giorgio Trono ed è scaricabile iscrivendosi alla sua newsletter.
È chiaro che un e-commerce deve essere creato solo dopo attente e ponderate valutazioni, dopo esserti accertata della sostenibilità del tuo progetto, aver creato un team di professionisti che ti affianchino nella realizzazione e aver compreso nella squadra un bravo avvocato e un bravo commercialista.




Buongiorno Ljuba, finalmente mi sono chiarita le idee Grazie! Mah di society6 invece puoi dirmi qualcosa?
Ciao Alessandra, sono felice che l’articolo sia stato utile. Non conosco la piattaforma society6, mi spiace.
Ciao scusami ma non ho capito una cosa…anche per aprire con Big Cartel/Shopify ci vuole una partiva iva, consulenze di avvocati, ecc? Grazie!
Ciao Serena. Assolutamente sì. Dal momento che fai vendita online devi rispettare tutte le regole che questa prevede. Dalla partita IVA (se apri un negozio online dove potenzialmente possono acquistare gli utenti h24 difficile sostenere che si tratti di una prestazione occasionale…) ai Termini e condizioni esposti e redatti da un professionista competente alla comunicazione in camera di commercio ecc… Le regole sono queste, non importa quale sia la piattaforma su cui ci si appoggia. La piattaforma (Big cartel, Shopify…) sono solo i mezzi con cui tu vai a fare vendita online. Ci sono tantissime persone che vendono online senza partita IVA? Certo. Sono a norma? No, affatto.
Ciao, io dovrei inserire la mia P. Iva su BigCartel. Tu sapresti darmi un aiuto?
Grazie mille
Ciao Matteo, dovresti poterlo fare dalle impostazioni del tuo negozio.
Ciao Ljuba,
la P.IVA occorre nel momento in cui superi la quota di 5k annui?
Grazie mille
Giulia
Ciao Giulia. Questa è una domanda per una commercialista, non per una web designer. 🙂
Ma ti rispondo per quanto ne so io: la partita IVA devi aprirla SICURAMENTE se superi i 5k euro annui. Ma non superarli non significa affatto che non si debba avere comunque partita IVA. La mia teoria – supportata da tanti commercialisti – è che la vendita online non si configura come prestazione occasionale e pertanto la partita IVA è obbligatoria, anche se vendi 100 euro all’anno di prodotti.
Ciao Ljuba,
grazie per aver scritto questo articolo perchè sto prendendo una serie di informazioni per un potenziale cliente che vorrebbe vendere il suo vino on line e non immaginavo che fossero necessari tutti questi adempimenti sia dal punto di vista fiscale che giuridico.
Ciao Luigina, sono felice che questo post sia stato utile. Forse per il tuo cliente potrebbe esserti utile anche la guida agli aspetti legali degli e-commerce che rende disponibile per il download l’avvocato Giorgio Trono.