
[Questo articolo è la trascrizione della mia newsletter di giugno che desidero condividere pubblicamente]
Vorrei raccontarti di un video che ho guardato (e riguardato) su YouTube e che ha suscitato in me molte riflessioni.
Tlon è una creazione di Maura e Andrea. È una “scuola di filosofia e di immaginazione”, una casa editrice e una catena di librerie teatro. In mezzo all’immenso rumore dei social, Maura e Andrea sanno distinguersi sempre per i contenuti di alto valore, espressi con competenza e gentilezza. La comunicazione che piace a me: ricca e mai strillata.
Il video a cui mi riferisco è questo. È stato pubblicato due anni fa ma io l’ho incrociato per la prima volta solo di recente.
In questo video Maura spiega perché Tlon preferisce parlare di fioritura personale anziché di crescita.
Il concetto di crescita personale è ormai impregnato dei significati e delle ansie che la società attuale gli ha attribuito: devi correre, devi migliorare, devi fatturare, devi essere sempre la prima e la più brava, la più produttiva.
Concetti che funzionano se sei un’azienda ma che ti fanno facilmente precipitare nell’ansia da prestazione e nel senso di inadeguatezza se sei una persona.
Chi non si è ritrovata a fine anno a fare il bilancio dei propri successi e insuccessi per calcolare il proprio “fatturato personale”? Io sì, e non solo a fine anno.
Non mi vergogno ad ammettere che sono sempre stata molto sensibile alle pressioni sociali e al giudizio degli altri. Per me migliorarmi è sempre stato un imperativo.
Che va anche bene, se la cosa non ti sfugge di mano. Altrimenti ti ritrovi sempre con bilanci in passivo, piena di frustrazione per quello che non sei riuscita a fare, dimenticando di celebrare quanto invece hai fatto di buono, quanta bellezza hai creato e quanti obiettivi, piccoli e grandi, hai raggiunto.
Qualche giorno fa ho detto alla mia psicoterapeuta: “io ho sempre vissuto la mia vita come una corsa ad ostacoli; superato un ostacolo sono già completamente focalizzata sul successivo. E ho sempre bisogno di alzare l’asticella, pormi obiettivi più ambiziosi, saltare più in alto. Non riesco a vivere serena il presente”.
Non si tratta mai, attenzione, di competizione con gli altri ma sempre e solo con me stessa. Gareggio contro me stessa e sono allo stesso tempo vincitrice e vinta.
Sono orgogliosa della donna che sono oggi e so che lo devo in gran parte a questo mio essere ambiziosa e testarda fino all’estremo.
Quando nasci in un paesino di 3mila anime che non lascia spazio a nessun progetto per il futuro devi avere una grande forza per prendere i tuoi quattro stracci e andartene poco dopo la maggiore età.
Quando provieni da una famiglia umile, con pochissimi mezzi e tanti problemi, che ti cresce a suon di “hai fatto solo il tuo dovere” e “prima il dovere e poi il piacere” devi avere una gran fantasia per immaginare ogni giorno che un’altra vita è possibile, che la tua storia può e deve essere diversa.
Credo non ci sia stato un solo giorno della mia vita in cui non abbia pensato “io voglio essere la mela che rotola più lontano possibile dall’albero”. Ed è solo grazie alla mia testardaggine, al mio pretendere sempre di più da me stessa se ci sono riuscita. Eccome se ci sono riuscita. Anche senza andarmene dall’altra parte del mondo.
Ma è anche necessario saper capire quando è il momento di cambiare le lenti attraverso cui guardare il mondo. Rallentare per godersi il panorama, festeggiare il successo, riconoscere che sono arrivata persino più in là di quanto osavo immaginare quando ero incastrata tra quelle valli.
Ecco perché quando Maura invita a pensare non alla crescita personale ma piuttosto ad una fioritura, io sento vibrare una corda dentro di me.
Se la crescita personale è un lavoro su di sé, la fioritura personale è una cura di sé. Quanto è bella questa definizione?
Prova a pensare per un attimo di riuscire ad affrancarti da questa società della performance. Non ti senti già più leggera? Io sì, tantissimo.
Che non vuol dire smettere di darsi obiettivi (io non potrei vivere senza) o crogiolarsi nella situazione presente senza nessuna ambizione. La fioritura personale è movimento, è andare avanti. Ma nel rispetto dei propri tempi, dei propri bisogni. Senza l’ansia di dover essere vincente, di dover tagliare un traguardo.
È fondamentale, per poter fiorire, sapersi ascoltare. E su questo io ho ancora tanto da imparare, giorno dopo giorno.
Volevo condividere con te questo video e questi pensieri perché forse anche tu, come me, sei impantanata in questa mentalità che ci impone di essere sempre produttivi e sempre al top. Forse anche tu, come me, fatichi a concederti una pausa anche se sei esausta. Forse anche tu, come me, sentirai un click dentro di te, come una serratura che si sblocca, provando a immaginare una vita in cui fiorire anziché crescere.
Io so che la strada è lunga, che certi automatismi del pensiero non si scardinano facilmente, ma so anche che è questa la direzione in cui voglio andare.
Ora posso smettere di ruzzolare a tutta velocità, l’albero è così distante che quasi non lo scorgo più. Posso permettere a me stessa di diventare seme e poi fiorire.
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